Confindustria
mar 15 mar, 2016
CIRCOLARE AGROINDUSTRIA N. 21 DEL 15 MARZO 2016
ETICHETTA A SEMAFORO: L'ITALIA GUIDA IL FRONTE DEL NO

Durante il Consiglio dei Ministri Agricoli del 14 marzo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha portato la discussione sulla questione dell'etichettatura a semaforo adottata nel Regno Unito, ottenendo i consensi di molti Stati membri (Croazia, Belgio, Cipro, Spagna, Grecia, Slovenia, Portogallo, Lussemburgo, Bulgaria, Polonia, Irlanda, Romania, Germania, Slovacchia, Lettonia).
Come riportato da un Comunicato stampa dello stesso ministero, l'Italia, insieme con gli altri 15 Paesi membri, chiede ancora una volta alla Gran Bretagna di rivedere questa scelta e alla Commissione Ue di intervenire per rimuovere questo elemento distorsivo del mercato. "Fin dalla prima proposta abbiamo evidenziato che avrebbe provocato danni economici e d'immagine ai nostri prodotti e nessun beneficio ai consumatori" ha dichiarato Martina. "L'indagine Nomisma sull'etichetta a semaforo conferma le nostre perplessità ed evidenzia le distorsioni provocate sul mercato inglese. È un sistema che non promuove una dieta sana e un equilibrio nello stile alimentare, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi". Secondo il nostro Ministro, la classificazione presenta dei paradossi inaccettabili (per esempio, il bollino è rosso per il latte intero e verde per la soda light con dolcificante sintetico) che indicano chiaramente come questo non sia uno strumento per tutelare la salute dei consumatori. "È inammissibile che prodotti di qualità certificata Dop e Igp siano classificati con semaforo rosso, così come succede con altri alimenti che fanno parte della dieta mediterranea, come il pesce e l'olio d'oliva, o della grande tradizione dolciaria italiana".

Nel Comunicato stampa ministeriale si dà notizia che il Ministro Martina ha anche partecipato alla presentazione dei risultati dello studio Nomisma sugli effetti dell'etichetta a "Traffic lights" sul mercato inglese.
L'indagine, condotta su tre prodotti campione (Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Brie francese), evidenzia un calo nelle vendite e nelle quote di mercato dei prodotti quando questi vengono etichettati con il sistema a semaforo, contro un incremento delle vendite degli stessi prodotti quando non etichettati. Si va dal -8% del Brie fino al -14% per il Prosciutto di Parma Dop o al -13% fatto registrare dal Parmigiano Reggiano Dop porzionato.
In precedenza un sondaggio condotto da YouGov aveva messo in luce che 7 consumatori inglesi su 10 interpretano il bollino rosso come un invito a "non comprare", piuttosto che a "consumare con moderazione".

Il sistema inglese delle "traffic lights"
Ancora il Ministero delle Politiche Agricole ricorda che il sistema a bollini colorati in etichetta ("etichettatura a semaforo") riguardanti le calorie, i grassi, gli zuccheri ed il sale presenti in 100 grammi di prodotto è stato introdotto nel Regno Unito nel giugno 2013. Secondo questo sistema (raccomandato dal Ministero della Salute britannico e ampiamente adottato in particolare dalla distribuzione con il 98% di adesione), la presenza in un determinato alimento di uno dei suddetti valori oltre una certa concentrazione viene segnalato con un bollino rosso; la presenza in quantità basse è indicata in verde mentre nei casi intermedi il colore è giallo.

Il risultato di questa classificazione nutrizionale porta ad identificare molte eccellenze italiane come potenzialmente pregiudizievoli per la salute dei consumatori: vengono infatti penalizzati prodotti come l'olio di oliva extravergine (ricco di acidi grassi insaturi, oltre che di sostanze antiossidanti) e il Parmigiano reggiano Dop (ricco di calcio e vitamine), ma anche alimenti come il tonno (ricco di acidi grassi polinsaturi essenziali Omega3 e Omega6).

Nell'ottobre 2014, a seguito delle proteste di 16 Stati membri (tra cui Italia e Francia) e dei reclami presentati da diverse associazioni europee di produttori, la Commissione europea ha aperto una procedura d'infrazione nei confronti del Regno Unito, per ora allo stadio di messa in mora.


CIRCOLARE AGROINDUSTRIA N. 21 DEL 15 MARZO 2016