Confindustria
lun 31 mar, 2014
NON SOLO CARNE. QUALI PRODOTTI SI OTTENGONO DAGLI ALLEVAMENTI
Newsletter dell'Unione Nazionale Consumatori

Quando si parla di allevamenti si tende a considerare esclusivamente la produzione di carne, anche se questa rappresenta solo una parte (in certi casi pure ridotta) di ciò che si ottiene dagli animali. Borse, scarpe, dispositivi medici e valvole cardiache; o ancora saponette, fertilizzanti, caglio naturale e biogas: sono solo alcuni esempi dell’enorme quantità di prodotti e sottoprodotti che si ottengono dalla produzione di carne.
La quantità di carne che si ottiene da un animale da destinare al consumo alimentare umano varia a seconda del tipo di animale. Nel caso dei bovini, ad esempio, è di circa il 33-35%, mentre per i suini la percentuale diminuisce fino al 18%. Ma visto che degli animali non si butta via niente, a parte quei residui considerati a rischio di veicolare agenti infettivi, smaltiti in appositi impianti, nei secoli si sono trovati moltissimi modi per valorizzare ciò che si ricava dagli allevamenti.
La pelle bovina e ovina, giusto per fare un esempio vicino a tutti, è utilizzata per beni durevoli quali pellami e cuoio, che servono a loro volta per produrre scarpe, borsette, cinture o per ricoprire i divani e i sedili delle auto. Il grasso bovino e quello suino, invece, vengono utilizzati nell’industria cosmetica per fare il sapone.
Quantità più piccole, ma di grande importanza vengono utilizzate nel campo della medicina. I bovini ed i suini forniscono il tessuto pericardico impiegato per la preparazione di dispositivi medici quali le valvole cardiache, mentre ossa e cotenne sono molto utili in ambito farmaceutico per l’incapsulazione dei farmaci.
Quantità molto più importanti di ossa e di altri tessuti non appetiti dall'uomo, sono utilizzate anche per produrre farine proteiche, fertilizzanti e cibi per animali da compagnia come cani e gatti. Ma anche i loro giocattoli (i cosiddetti dog-chew), spesso fabbricati, oltre che con le ossa, anche utilizzando le cartilagini dei bovini.
Non tutto il cibo derivante dai co-prodotti di origine animale è però destinato ai nostri amici a quattro zampe: il caglio naturale (l’unico coaugulante permesso per la produzione di formaggi DOP quali, ad esempio, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano) viene prodotto dall’industria casearia grazie all’abomaso degli ovini, l’ultima delle quattro cavità di cui è composto lo stomaco dei ruminanti.
Ma non ci sono solo bovini e suini. Anche i polli forniscono importanti prodotti oltre alla loro carne. Come il grasso, utilizzato per la produzione di mangimi e, in quantità sempre maggiori, per la produzione di biodiesel. Tanto che, nel 2011, dopo avere incentivato una sperimentazione per valutare l’utilizzo di grasso di pollo (e bovino) nella produzione di un biocarburante per il funzionamento degli aerei, la Nasa ha dimostrato che questo permette di ridurre le sostanze inquinanti rispetto ai carburanti tradizionali.
Di esempi ce ne sarebbero molti altri, ma anche questi pochi elencati dimostrano quanto sia importante valorizzare gli animali da allevamento. E, magari, iniziare ad andare oltre la demonizzazione di settori che, al di là delle enormi quantità di lavoro indotto che riescono a generare, forniscono prodotti con cui tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo a che fare nella nostra vita quotidiana.

In collaborazione con Assocarni
Fonte: Unione Nazionale Consumatori, 22 gennaio 2014