ASSOCARNI ribadisce che la presenza di tracce di carne equina in prodotti che non la riportano in etichetta è un problema di frode in commercio, non di contaminazione alimentare.
La vicenda che ha portato il settore sotto i riflettori non ha quindi riguardato la genuinità della carne di cavallo in sé, quanto piuttosto l’inserimento in alcuni prodotti alimentari di ingredienti non dichiarati in etichetta, ancorché non dannosi per la salute. Questo comportamento viola l’obbligo di trasparenza nei confronti dei consumatori, che non possono conoscere il reale contenuto dei prodotti acquistati, e lede al contempo l’immagine dell’intero comparto delle carni e dei suoi operatori che, con oltre 30.000 addetti, da sempre lavorano al meglio e in linea con le normative vigenti per offrire al pubblico prodotti sani e sicuri.
I produttori italiani di carne equina ribadiscono che nel nostro Paese questo prodotto, apprezzato da milioni di consumatori, è ottenuto da animali tracciabili e documentati e monitorato attraverso i sistemi di certificazione che coinvolgono il Ministero della Salute e i servizi veterinari in ogni fase della filiera produttiva fino al punto vendita.
Nelle informazioni circolate nei giorni scorsi – continua ASSOCARNI - si è spesso parlato di “contaminazione”, un termine del tutto inappropriato dal momento che trasferisce l’idea di un elemento pericoloso e nocivo, mentre la carne di cavallo di per sé è un alimento sano e genuino. Per il suo prezioso apporto di ferro, proteine e omega-3 e per i bassi livelli di colesterolo, la carne di cavallo è infatti da sempre suggerita ai giovani in crescita, agli sportivi e in generale come valido elemento per una dieta equilibrata.
Roma, 7 marzo 2013